India by Domenico Amirante

autore:Domenico, Amirante [Amirante, Domenico]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Diritto, Si governano così
ISBN: 9788815313867
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2013-10-14T22:00:00+00:00

6. Il nuovo assetto del governo locale dopo la riforma costituzionale del 1992-1993

All’inizio degli anni Novanta l’Unione indiana ha realizzato, attraverso due emendamenti costituzionali, una delle sue più importanti riforme di struttura, compiendo una fondamentale opera di completamento del proprio ordinamento democratico. Si tratta della riforma delle autonomie territoriali, realizzata conferendo uno status costituzionale alle istituzioni del governo locale, fino a quel momento presenti allo stato embrionale, nonostante il testo costituzionale già prefigurasse il loro sviluppo. La realizzazione di un compiuto sistema di governo locale è stato infatti uno dei temi più dibattuti in sede di Assemblea costituente, sulla spinta della ancora viva dottrina gandhiana della «democrazia dei villaggi». Tuttavia in quell’occasione prevalse l’ala pragmatica del Congress Party, che, temendo di appesantire eccessivamente la struttura istituzionale della costituenda democrazia indiana, scelse di privilegiare l’amministrazione federale e statale a scapito dei livelli inferiori di governo. Nei decenni successivi, la riforma degli enti locali è stata sempre presente sull’agenda di governi e parlamenti indiani, ma soltanto negli anni Novanta si sono create le condizioni politiche per una sua realizzazione, grazie alla generalizzata convinzione che solo un rafforzamento del governo locale avrebbe dato finalmente forma compiuta all’assetto democratico dell’Unione.

Questa grande riforma, che prevede la creazione di migliaia di nuovi organismi istituzionali, richiama enfaticamente nella terminologia impiegata le antiche comunità di villaggio della storia indiana (i panchayats, ovvero «Consigli dei cinque saggi»). Sotto il profilo organizzativo, il nuovo sistema ricalca il modello anglosassone del governo locale, suddividendo le autonomie locali in strutture «rurali» (73o emendamento) e «urbane» (74o emendamento). Questi due «rami» dell’amministrazione locale vengono poi ad articolarsi parallelamente secondo un organigramma similare che prevede tre livelli. All’interno di ognuno degli Stati membri sono stati quindi costituiti: il distretto (un’articolazione di tipo regionale dello Stato membro), il livello intermedio (obbligatorio solo negli Stati più popolosi) e il livello di base, che si suddivide a sua volta in village panchayats (autonomie «rurali») e municipalities (autonomie «urbane»). A tutti questi livelli di amministrazione è assicurata una rappresentanza elettiva delle comunità locali, attraverso i Consigli, che assumono vari nomi, ma sono in genere caratterizzati dallo svolgere contemporaneamente funzioni deliberative ed esecutive. In particolare il 73o emendamento, che dispone la costituzione di panchayats a livello locale in tutti gli Stati, prevede l’elettività dei membri dell’assemblea rappresentativa, e ne determina in qualche modo anche l’assetto, attraverso seggi riservati a determinate categorie o gruppi sociali. È, per esempio, obbligatoria la presenza, all’interno del panchayat, di rappresentanti delle comunità tribali riconosciute dalla Costituzione e delle «caste svantaggiate», oltre a una rappresentanza minima delle donne. Le funzioni di questi enti consistono prevalentemente nella preparazione e nell’attuazione di piani per lo sviluppo socioeconomico del proprio territorio e nella gestione di una serie di materie, elencate nell’XI allegato alla Costituzione. Fra queste, l’agricoltura, la conservazione del suolo, la gestione delle risorse idriche, l’edilizia rurale, l’istruzione di grado primario, l’uso delle energie alternative (sono previste in tutto 29 materie).

L’effettiva realizzazione del sistema di autogoverno locale previsto dalla riforma costituzionale rappresenta, poi, un’ulteriore opportunità per il rafforzamento degli Stati membri dell’Unione.

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